AirTag per controllare i bambini quando sono soli, la scelta di molti genitori
| Wired Italia

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AirTag per controllare i bambini quando sono soli, la scelta di molti genitori
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Sta prendendo sempre più piede l’abitudine di utilizzare AirTag come tracker per bambini, così da monitorare costantemente la posizione a distanza, in modo discreto ed efficace. I piccoli tracker di Apple vengono infatti inseriti all’interno degli zaini, fissati ai lacci delle scarpe, oppure agganciati a cinturini a mo’ di orologio e portano in dote la capillarità dell’ecosistema Apple. Questa soluzione può da un lato lasciare (un po’ più) tranquilli i genitori e regalare maggiore libertà e al contempo responsabilità ai figli.

Come raccontato dal Washington Post, sono sempre più numerosi i casi di genitori che utilizzano gli AirTag non tanto per tracciare oggetti quanto per i propri figli ancora non in età per possedere uno smartphone. Qualcosa che molti malintenzionati hanno sfruttato a scopo di stalking, naturalmente su una vittima inconsapevole e non legata da legami di parentela, che però nel caso dei minori può risultare molto utile. In passato erano presenti molti tracker destinati al monitoraggio dei più piccoli, prodotti specifici con design colorati e simili a giocattoli che di solito sfruttavano una connessione cellulare con una sim e/o la connessione ai satelliti via gps, due proprietà che rende questi gadget più precisi e tempestivi di AirTag, oltre che funzionanti anche in zone rurali o poco popolate, ma il tracker Apple ha preso presto il sopravvento grazie a due vantaggi non indifferenti.

Apple

Il primo è un costo molto accessibile di appena 39 euro di listino sul sito ufficiale – ma spesso in sconto su Amazon – mentre il secondo è l’ecosistema di Apple, che consente di di sfruttare milioni di dispositivi della mela morsicata che fanno da appoggio per una localizzazione precisa e quasi in tempo reale, come vi abbiamo spiegato nel dettaglio nella recensione completa. Come fatto notare sempre al Washington Post da Peter Gray, ricercatore e professore in psicologia e neuroscienze al Boston College, nell’ultimo mezzo secolo circa si è registrato un profondo declino nella libertà concessa ai bambini di compiere qualcosa in autonomia, come per esempio prendere i mezzi pubblici o recarsi a scuola da soli oppure camminare fino al parco gioco senza un adulto. I motivi sono facilmente immaginabili, ma con soluzioni come l’AirTag, il monitoraggio da remoto può risultare un buon modo per alleggerire la pressione del controllo parentale e assicurare maggiore responsabilità ai più piccoli, senza abbandonarli del tutto e lasciando la sensazione e la sicurezza di un controllo, seppur virtuale, alle spalle.



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di Diego Barbera www.wired.it 2023-07-27 12:36:25 ,

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